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Documenti trovati: 4
Termine analitico: Cipriani, Lidio
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| Moggi Cecchi Jacopo | La vita e l'opera scientifica di Lidio Cipriani
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La figura e l’opera dell’antropologo italiano Lidio Cipriani sono state nel tempo oggetto di valutazioni controverse e di giudizi fortemente negativi. La sua attività scientifica si colloca tra il 1927, anno della sua prima missione tra le popolazioni zulu, e il 1953; ha riguardato gran parte del continente africano, specie il Sudafrica e l’Etiopia, ma anche l’India dove ha trascorso molti anni occupandosi soprattutto delle isole Andaman. Dalle varie spedizioni scientifiche ha sempre riportato notevoli quantità di materiali antropologici, etnografici, zoologici e botanici, soprattutto migliaia e migliaia di fotografie che scattava personalmente
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Fondo Cipriani
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pagg. 11 - 18
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| Cipriani Lidio | Per la fotografia a servizio della scienza
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L’antropologo, l’etnologo, il botanico, il geologo e chi studia le varie specie animali ha spesso necessità di utilizzare la fotografia come strumento a supporto delle proprie indagini e ricerche. E’ bene però che siano gli stessi studiosi a fare le fotografie di cui necessitano senza ricorrere ai professionisti non in grado di “vedere” ciò che interessa allo specialista. La fotografia ovviamente è utile nella misura in cui si rivela pratica, efficiente e facile, considerate in particolare le condizioni disagiate in cui per lo più questi studiosi si trovano ad operare. L’autore di queste considerazioni ritiene che la leica sia lo strumento idoneo, particolarmente indicato per questo tipo di impiego
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Fondo Cipriani
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pagg. 19 - 20
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| Chiozzi Paolo | Gli album fotografici di Lidio Cipriani (1927-1955)
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L’antropologo italiano Lidio Cipriani era solito utilizzare la macchina fotografica per realizzare riprese in occasione delle campagne che lo vedevano impegnato in Africa, in Europa, in India. Era lo strumento che gli permetteva di raccogliere una documentazione utile per approfondire gli studi sulle popolazioni. Il numero di immagini che egli ha realizzato nell’arco di un trentennio è molto alto, forse di poco inferiore ai 30.000 scatti. Nel saggio sono discusse le idee di Cipriani sull’antropologia, il rapporto tra ricerca scientifica e fotografia, l’uso che fa della fotografia in relazione ai soggetti indagati. In appendice una descrizione del Fondo Fotografico Cipriani al momento depositato presso il Museo di Antropologia e Etnologia dell’università di Firenze
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Fondo Cipriani
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pagg. 21 - 28
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| Redazione di «AFT» | Nota
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L’Archivio Fotografico Toscano conserva 16 album con complessive 1.500 immagini circa, datate dal 1927 al 1953. Le fotografie, nel formato 24x30 cm, tutte in bianco/nero, sono state stampate a Firenze presso lo studio Lumachi come risulta dalle ricevute che si conservano di consegna e pagamento. La scelta delle immagini e quindi la composizione degli album è stata curata direttamente da Cipriani. All’interno degli album le fotografie sono incollate sul recto e sul verso di pagine in tela, interfogliate da carte sulle quali sono riportate, dattiloscritte, la numerazione e le didascalie; solo negli ultimi due album le scritte sono a mano Per ogni stampa, con esclusione degli utili due album, è dato anche il numero di negativo corrispondente
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Fondo Cipriani
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pag. 29
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