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Editoriale
pag. 1 |
Sclocchi Maria Carla, Matè Donatella |
Le immagini fotografiche colorate. Danni di natura microbiologica e loro caratterizzazione
pagg. 3 - 16
abstract
Con la scoperta e la diffusione della fotografia, la non possibilità di registrare il colore fu avvertita come un limite e si moltiplicarono i tentativi per superarlo. Dal 1840 al 1890 furono sperimentati e messi in atto vari metodi di coloritura su dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipi, stampe all’albumina, al collodio e alla gelatina. Le tecniche utilizzate si differenziavano a seconda del supporto su cui si interveniva: tempera, acquerello, pastello. In questo saggio si prendono in esame le sostanze organiche presenti nella composizione dei colori, si precisa la differenza tra pigmenti e coloranti, si procede alla caratterizzazione dei danni microbiologico che possono intervenire a carico delle immagini colorate manualmente
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Gregorovicova Eva |
Le fotografie dell'archivio familiare degli Asburgo di Toscana
pagg. 18 - 25
abstract
L’Archivio Nazionale di Praga conserva numerosi documenti di famiglia che facevano parte delle carte di proprietà Asburgo Lorena. Tra questi anche un numero consistente di fotografie: carte de visite, albumine, stereoscopie, stampe su carta e negative su vetro e pellicola. Montate su cartoncini, le stampe fotografiche fanno parte dell’archivio del granduca Ferdinando IV, figlio di Leopoldo II che fu l’ultimo regnante in terra di Toscana del ramo della seconda generazione degli Asburgo Lorena. Le fotografie conservate includono ritratti, per la gran parte della cerchia parentale e famigliare. Numerose le fotografie eseguite da vari professionisti e atelier, in formato visita e gabinetto, e le stereoscopie riguardanti in prevalenza città e località della Toscana. Stereoscopica è anche la foto più vecchia che fa parte della raccolta; è datata 1850 e raffigura il Davide di Michelangelo ancora nella collocazione originaria, davanti a Palazzo Vecchio in piazza della Signoria
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Picchietti Carlo |
Le fotografie del Fondo Ojetti della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
pagg. 26 - 30
abstract
La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ricevette nel 1971 dalla figlia di Ugo Ojetti l’epistolario con la corrispondenza intrattenuta con la moglie Nanda dal 1915 al 1941. A questo primo lascito se ne aggiunse un secondo nel 1973 comprendente le sezioni “Manoscritti”, “Allegatii non manoscritti”, “Partecipazione alla vita pubblica”. Di quest’ultima sezione fanno parte anche diciassette album contenenti fotografie di contenuto privato e pubblico. Più o meno però le fotografie sono presenti un po’ in tutte le sezioni del Fondo e raggiungono complessivamente il numero di circa 7.000: riguardano il periodo di pubblicazione della rivista “Dedalo” e le iniziative culturali promosse e curate dall’illustre giornalista, competente di letteratura, arte, architettura e teatro, nato a Roma nel 1871 e morto a Firenze nel 1946
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Fanelli Giovanni |
Le stampe "fotografiche" della P.Z., Photoglob Zurich. 1889-1916
pagg. 32 - 38
abstract
Testi recenti e manuali di storia della fotografia hanno pubblicato immagini contrassegnate dalla sigla P. Z. Corrisponde all’editore svizzero di Zurigo Photoglob. Prima che venisse brevettato, nel 1907, il procedimento conosciuto come “autocromia” che permetteva di ottenere immagini a colore e che si diffondesse negli anni Trenta la stampa direttamente da negative a colore furono adottati vari procedimenti di coloritura manuale su immagini in origine b/n foto-cromolitografici. La ditta e casa editrice Orell Fussli di Zurigo brevettò nel 1888 un procedimento adatto alla produzione di fotografie “a colori naturali” e l’anno successivo adottò il marchio “Photochrom”, aprendo agenzie in varie parti d’Europa. Le serie fotografiche Photoglob a noi pervenute offrono una documentazione importante dei territori paesaggistici, delle città e delle architetture, ma anche delle attività e dei costumi con riferimento alle varie aree europee e extraeuropee tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento
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Bonino Gabriele |
Due fotografi e la loro terra. Dal fondo di lastre recuperate da Matteo Magi a Limano
pagg. 40 - 46
abstract
A Limano, un piccola paese della montagna pistoiese, visse, agli inizi del Novecento, Giacomo Bacci, di professione falegname, con la passione per la fotografia che interpretò come una seconda attività. Alcune sue foto, scattate tra il 1918 e il 1925, prima di emigrare in Canada a Toronto, sono state ritrovate fortunosamente da un suo pronipote, Matteo Magi, in una sorta di ripostiglio rimasto inutilizzato e che probabilmente fungeva da laboratorio. Le foto ritraggono gente del posto, per lo più in gruppo, inclusi una serie di ritratti di bambini morti in tenera età, scene di rappresentazioni teatrali tipiche della zona, processioni e cerimonie religiose. Un documento importante che testimonia quanto la fotografia contribuì di fatto a far conoscere persone, problemi e aspetti della vita quotidiana diversamente ignorati. Si parla anche delle fotografie conservate dalla famiglia Cini di San Marcello Pistoiese realizzate da Mosé Domenici al quale Giacomo Bacci aveva insegnato la fotografia prima di emigrare
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Gorini Martina |
Alessandro Logi fotografo a San Gimignano all'inizio del '900
pagg. 47 - 50
abstract
A San Gimignano dove era nato nel 1868 Alessandro Logi avviò nel 1900 un’attività di legatoria e vendita di articoli da cartoleria. Successivamente, dopo un breve periodo passato in Argentina dove svolse l’attività di fotografo tra gli emigrati italiani, rientrato in Italia, apre nel 1908 nel centro del paese lo studio fotografico. Si specializza in riproduzioni d’arte, sull’esempio dei grandi fotografi fiorentini, cogliendo le opportunità offerte dai numerosi turisti in vista alla storica cittadina, interessati in particolare agli affreschi della locale collegiata di Santa Maria Assunta. Vengono qui ricostruite le alterne vicende dello studio fino alla morte del fondatore. Le circa 1.800 foto che ci sono pervenute e che documentano l’attività dello studio sono state acquisite e sono oggi conservate nell’Archivio Fratelli Alinari a Firenze
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Greco Andrea |
Una fotografia per sei uova
pagg. 51 - 52
abstract
Spaccato di costume che testimonia l'interesse delle persone a farsi ritrarre in fotografia. Due ragazze in Sicilia pagano con sei uova il fotografo ambulante per avere il ritratto
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Gallai Monica |
L'insegnamento dell'agricoltura. La cattedra ambulante di Lucca nelle foto di Ettore Cortopassi
pagg. 54 - 63
abstract
Apprendista presso i fratelli Bertini, Ettore Cortopassi inizia la professione di fotografo al ritorno dal servizio militare, quando acquista in una cartoleria di Lucca la sua prima macchina, una Thorton Pickard, e apre un proprio atelier in città dove opererà per oltre quarant’anni, dal 1925 al 1971. L’intero archivio di negative e stampe, e le macchine di proprietà dello studio, sono state acquistate dal Comune di Lucca e depositate presso Villa Bottini dove sono conservate e dove è possibile consultarle, anche in rete. Di Ettore Cortopassi, l’Archivio Fotografico Toscano conserva 280 negative riguardanti l’attività della Cattedra Ambulante di Agricoltura nel territorio lucchese tra il 1928 e il 1936. Nell’articolo sono descritti i contenuti delle fotografie e ricostruite le vicende che portarono alla costituzione a Lucca della Cattedra di Agricoltura nell’ambito di un programma che interessò tutto il territorio nazionale
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