Dal punto di vista della tipologia dei materiali, la fotografia è considerata in ambito biblioteconomico “materiale documentario speciale”, per il contenuto e il supporto che sono, l’uno e l’altro, da menzionare nella descrizione catalografica. Questo studio elenca i dati che riguardano tanto l’oggetto fotografico che il soggetto raffigurato; inoltre prende in esame le questioni relative al titolo e all’autore, definisce la base catalografica di riferimento e la situazione normativa odierna con riferimento all’Italia

Dalla trascrizione della corrispondenza che Mario Giacomelli inviò ad Alfredo Camisa tra l’aprile del 1956 e l’ottobre del 1961- l’ultima lettera è un biglietto con il quale comunica la morte dell’amico e maestro Giuseppe Cavalli - vengono ricostruiti fatti ed eventi significativi che hanno riguardato la storia della fotografia in Italia nel secondo dopoguerra, il complesso dei rapporti personali che si instaurarono, il dibattito e le polemiche che si vennero sviluppando sulle riviste del settore e in liberi confronti attorno ad esposizioni e concorsi. I nomi che ricorrono: Donzelli e l’Unione Fotografica, Crocenzi e Vittorini, Paolo Monti

Attraverso i ricordi di un testimone “attivo” e di un protagonista, vengono ricostruiti gli eventi relativi alla stagione di mostre e concorsi che si tennero in Italia negli anni Cinquanta e videro la partecipazione di autori molti dei quali coltivarono la passione per la fotografia senza farne una pratica professionale, mentre altri si decisero per il salto e divennero fotografi professionisti. Le testimonianze che vengono riportate riguardano il dibattito che all’epoca si sviluppò sulle riviste del settore, il rapporto privilegiato che si instaurò con il "Mondo" di Pannunzio, la formazione di circoli e scuole; inoltre una presa di distanza motivata e decisa rispetto alla tendenza storiografica attuale che tende a collocare gli autori e le fotografie di quel periodo all’interno del più vasto e generale richiamo al neorealismo

Una riflessione maturata nel tempo sulla fotografia italiana negli anni Cinquanta di cui chi scrive è stato protagonista insieme ad un gruppo di amici tra i qualii Alfredo Camisa e Mario Giacomelli, il gruppo Misa, la figura di Giuseppe Cavalli e il ruolo di circoli come La Bussola e L'Unione Fotografica di Donzelli

Piero Racanicchi è figura di spicco tra gli storici e critici della fotografia in Italia. A lui si deve il merito di aver fatto conoscere, alla fine degli anni Cinquanta, in collaborazione con Guido Bezzola e Giuseppe Turoni, l’opera fotografica di Mario Giacomelli. In questa intervista concessa a Giovanna Chiti egli torna a parlare di quegli anni e di quegli eventi sottolineando quale fu il suo contributo a far conoscere Mario Giacomelli in America e ad introdurlo al Moma di New York